Potrei raccontarti la storia dei miei successi accademici, della Laurea in Psicologia e poi della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia, dei numerosi corsi di formazione seguiti, delle infinite ore di tirocinio… ma ti annoierei e basta, e sarebbe poco interessante perché è quello che già leggi da molti miei colleghi.
Nel mio studio la mia laurea e i vari attestati sono appesi più che altro per far felice mia madre (la prima e unica a credere sempre in me). E poi nonostante la passione che ho per la psicologia, fin dai 9-10 anni, a volte, rendendomi conto della difficoltà delle persone ad accettare ed aprirsi alla figura dello psicologo, ammetto di essermi quasi pentita di aver intrapreso questa dura e lunga strada fatta di tanto studio, pratica e porte chiuse in faccia.
Preferisco parlarti di una storia che forse è simile alla tua.
A dieci anni ho deciso di diventare Psicologa
Quando avevo solo 2 anni, ho cominciato a conoscere quel dolore, oggi conosciuto da molti bambini, e cioè quello provocato da ciò che gli psicologi chiamano “abbandono”. I miei genitori discutevano continuamente e dopo un entra/esci di mio padre da casa decisero di separarsi.
Avevo circa 9 anni e ricordo che in quel periodo non volevo mai e dico mai, staccarmi da mia madre, neanche per andare a scuola.
E se mi avesse abbandonato anche lei?
Gli insegnanti così le suggerirono di portarmi da una psicologa.
Eccolo! Il mio primo contatto con la psicologia.
Inizialmente ci andavo volentieri perché potevo raccontarle tutte le cose che mi facevano star male, finalmente qualcuno su cui potevo contare, di cui potermi fidare e mi faceva sentire al sicuro.
Con il tempo però ho scoperto che quella psicologa tradiva la mia fiducia raccontando a mia madre tutto ciò che confessavo a lei. Con gli occhi di una bambina non capivo che lo faceva per il mio bene.
Mi feci una promessa: “Da grande voglio fare la psicologa per non diventare come lei. Voglio che le persone si possano fidare di me, possano avere qualcuno su cui poter contare veramente, avere un posto dove portare le loro sofferenze senza la paura di essere giudicate, o abbandonate nel caso dovessero compiere qualche errore”.
E’ stato in questo momento che ho deciso di diventare Psicologa!!!
Da lì si sussegui una lunga serie di letture a sfondo psicologico che trattavano temi diversi ma tutti accomunati da un fattore comune: la sofferenza di una persona dovuta ad un qualche evento, disturbo o trauma.
Gli insegnanti dissero a mia madre che quei libri trattavo tematiche troppo forti per la mia età, così lei cominciò a nasconderli ed io a comprarli di nascosto.
La specializzazione nei Disturbi Alimentari
Negli ultimi anni delle scuole superiori sono entrata senza accorgermene nel circolo vizioso dell’anoressia e successivamente della bulimia (anche se non nlla sua classica forma).
Nel frattempo mi diplomai al Liceo Socio Psico Pedagogico e iniziai la Facoltà di Psicologia alla “Sapienza”.
Sentivo di non poter raccontare a nessuno quello che mi accadeva, sapevo quanto fosse giudicato male, mi sentivo sola, non potevo contare su nessuno, i miei genitori soffrivano già abbastanza, per questo cercavo di nascondere tutto il più possibile.
Chi mi aiutò ad uscirne?
Un “click” avvenuto in una conversazione con mia madre e quello che studiavo dai libri di psicologia e che poi cercavo di sperimentare il più possibile su me stessa.
All’università studiavo tantissimo e mi appassionavo sempre di più di tutto ciò che concerne la psiche. Ho cominciato a comprendere in modo sempre più consapevole che cosa mi stava accadendo, ho cominciato a mangiare seguendo le mie emozioni, finché con fatica ne sono uscita… facendo pace con me stessa e con chi avevo intorno.
Gli altri non mi guardavano più come una malata e io mi guardavo allo specchio con piacere, finalmente sentivo di stare bene.
E’ da qui che decisi di volermi specializzare sui disturbi alimentari, sapevo bene cosa provano le persone che ne soffrono e volevo fare qualcosa per aiutarle.
Sono diventata la Psicologa che avrei voluto al mio fianco
Durante la specialistica di Psicologia, un farmaco assegnatomi con molta superficialità, mi sballò completamente la tiroide facendomi prendere, nel giro di circa un mese, 18 Kg e provocandomi una serie di problemi che non sto qui ad elencarvi.
Feci molta fatica a non far crollare la mia psiche… infatti dopo un iniziale abbattimento, decisi di armarmi di pazienza, e mettere nuovamente in pratica e sperimentare su me stessa quello che continuavo a studiare all’università.
Ma mica finisce qui!
Dopo circa un anno di sintomatologie e cure varie, scoprii di essere Celiaca e allergica ai lattosio. Cominciai così a conoscere la “fame nervosa” scatenata dai numerosi divieti alimentari imposti dalle due allergie.
Grazie a quello che ormai avevo studiato e ben immagazzinato imparai a gestire anche quella, le allergie… “erano un gioco da ragazzi” in confronto al passato.
Nel frattempo ero sempre più convinta di volermi occupare dei disturbi alimentari e che se tutte queste “sfigacce alimentari” mi erano accadute c’era un motivo. Ciò accadeva “semplicemente” per farmi conoscere i disturbi dell’alimentazione da più punti di vista.
Credevo fortemente in ciò che volevo realizzare soprattutto dopo quello che avevo vissuto sulla mia pelle: i disturbi alimentari, il problema con il farmaco che quasi mi ci ributtò, la celiachia, l’allergia al lattosio e molto più tardi anche l’insulino -resistenza.
Ormai era diventata una sfida, la dimostrazione che dovevo insistere.
Insomma, avevo un curriculum niente male!
La forza con cui avevo affrontato e imparato a gestire tutto ciò, aveva rinforzato ancora di più la mia convinzione: dovevo trovare un modo per aiutare e sostenere le persone che avevano a che fare con i disturbi della sfera alimentare.
A me non servivano altre prove, e a te?
Ho così scelto di specializzarmi nei disturbi dell’alimentazione diventando la psicoterapeuta che io stessa avrei voluto al mio fianco quando ne avevo bisogno.
Con il tempo ho preso sempre di più la consapevolezza dei miei stati emotivi e del mio corpo, che ascolto tantissimo.
Il cibo una volta mio nemico ora è il mio migliore alleato. Ti sembrerà strano, ma quando nella mia vita c’è qualcosa che non va, è sempre lui ad avvertirmi, non c’è niente da fare, se ne accorge sempre prima di me… un genio! 😉
I disturbi alimentari però non riguardano soltanto il cibo ed il corpo, come la maggior parte della gente potrebbe pensare, ma tutte le sfere della vita e tra queste occupano un ruolo particolarmente importante, le relazioni familiari e sentimentali.
E’ per questo motivo e per il fatto di aver vissuto sia da spettatrice che in prima persona lo sgretolamento e la successiva rottura di molte relazioni, oltre ai vari problemi di cui una psicologa può occuparsi, ho deciso di dare particolare attenzione, non solo ai disturbi del comportamento alimentare ma anche ai problemi legati alle Relazioni e in modo particolare alla Terapia di coppia.
Vai a dare una sbirciatina alla voce del menù “Cosa faccio per te” per farti un’idea!!! 😉
Carriera Accademica
- 2017
Terapia a Seduta Singola
Trainer per l’Italian Center for Single Session Therapy. - 2017
Specializzazione in Psicoterapia
Scuola di specializzazione in Psicoterapia Strategico Integrata (SCUPSIS) - 2012
Iscrizione Albo degli Psicologi del Lazio
Iscrizione 19448 - 2010
Laurea Specialistica in Psicologia
Laurea Specialistica in Psicologia Dinamica e Clinica dell’infanzia, dell’adolescenza e della famiglia.
Università degli Studi di Roma “La Sapienza” - 2007
Laurea Triennale in Psicologia
Laurea triennale in Scienze e Tecniche Psicologiche della Valutazione e Consulenza Clinica.
Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
Specializzazione
- 2017
“Comportamento alimentare di persone celiache, diabetiche e cardiopatiche”
Come gestire l’alimentazione delle persone affette da celiachia, diabete e cardiopatie. - 2017
Corso in “Prevenzione, diagnosi e trattamento dei Disturbi del Comportamento Alimentare”
La prevenzione, la diagnosi e il trattamento dei soggetti con Disturbi del Comportamento Alimentare. La struttura della personalità del soggetto affetto da tale disagio, con particolare attenzione alle modalità relazionali e di attaccamento e alle disfunzioni sessuali che li contraddistinguono. - 2007 – 2008
Corso sui disturbi alimentari da 0 a 3 anni
Corso di formazione per l’applicazione della S.V.I.A. (scala di valutazione dell’interazione alimentare madre-bambino)